mercoledì 26 maggio 2010

Statistiche

Il patrimonio immobiliare esistente in Italia è costituito da 10.947.000 edifici, di cui di nuova costruzione 26.681 (dato 2003 dal Libro Bianco Energia Ambiente Edificio ENEA 2005).

Il numero di unità abitative è pari a 27.268.880 (dato Censimento ISTAT 2001) di cui 16.639.801 costruite prima del 1971 (61% del totale), quindi costruite prima di ogni legislazione in materia di contenimento dei consumi energetici degli edifici (L.373/1076), e ben 25.107.535 prima dell’entrata in vigore della Legge 10/1991, pari al 92% del patrimonio edilizio esistente, quindi senza alcun tipo di documentazione relativa o criterio relativo al contenimento dei consumi energetici.

Dal 2001 al 2008 sono state costruite circa 260.000 unità abitative nuove all’anno pari a circa 1.800.000 unità abitative (elaborazioni dati CRESME Congiunturale Cresme/Saie 2008), il che porta il numero di unità abitative al 2008 a circa 29.350.000.

In questo contesto le nuove unità abitative rappresentano ogni anno circa l’1-2% del totale. Le unità immobiliari oggetto di certificazione, ogni anno, sono circa 800.000, il 2,7% dell’intero patrimonio immobiliare, di cui meno di 1/3 riferite alle nuove costruzioni.

Il mercato immobiliare in Italia nel 2007 ha avuto 806.225 atti di compravendita, con un calo del 4,6% rispetto al 2002 (Agenzia del Territorio: Rapporto Immobiliare 2008).

Gli edifici in Italia nel 2001 (ultimi dati ISTAT) erano 11.226.595 mentre nel 1919 erano solo 2.150.259 (19,15%), nel 1945 erano 3.534.074 (31,48%) nel 1962 erano 7.161.860 (63,79%) e prima dell’entrata in vigore della L.373/1976 il primo dispositivo legislativo per il contenimento dei consumi energetici erano 9.145.066 (81,46%).

Gli edifici costruiti dal 1981 al 1991 sono stati 1.290.502 (11,50%) mentre quelli costruiti dopo il la L.10/1991 e il 2001 sono stati 791.027 (7,05%).

Quindi gli edifici “storici” costruiti prima del 1945 sono il 31,48% (3.534.074) quelli tra il 1945 e la L.373/1976 sono il 49,98% (5.610.992) quelli tra la L.373/1976 e la L.10/1991 sono il 11,50% (1.290.502) e quelli tra la L.10/1991 ed il 2001 solo il 7.05% (791.027). La maggior parte degli edifici sono quelli del “boom economico” (il 68,52%) e costituiscono gli edifici più energivori e sui quali è possibile intervenire senza “una alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto in riferimento ai caratteri storici o artistici”. I Dati del Rapporto Energia e Ambiente dell’ENEA del 2005 riportano i consumi energetici annuali, in Mtep, per l’edilizia residenziali misurati a partire dal 1971 riportano che il consumo di energia dal 1971 al 1981 è pari a 341,19 Mtep, pari a 127,08 tep/edificio, tra il 1981 e 1991 sono 204,88 Mtep pari a 95,00 tep/edificio, e tra il 1991 e il 2001 il consumo è stato di 549,60 Mtep pari a 162,60 tep/edificio.

Nel 1981c'erano 9.145.066 edifici che nel periodo 1972-1981 hanno consumato 341,19 Mtep pari a 37,31 tep/edificio.

Nel 1991 c'erano 10.435.468 edifici che nel periodo 1982-1991 hanno consumato 304,88 Mtep pari a 29,22 tep/edificio, con una diminizione di 8,09 ktep e una riduzione del 21,69 % di energia.

Nel 2005 c'erano 11.226.595 edifici che nel periodo 1991-205 hanno consumato 549,60 Mtep pari a 48,96 tep/edificio, con un aumento di 19,75 tep e un aumento del 67,57 rispetto al decennio precedente (a fronte di una crescita degli immobili del 7%) e del 31,22% rispetto al 1972 (a fronte di una crescita degli immobili del 19,41%%) (Riproduzione riservata. Il materiale contenuto è consultabile e riproducibile a patto di citarne fonte ed autore ed i relativi link. ).

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